lunedì 20 aprile 2015

"Io speriamo che la mia schiena se la cavi"

E non per nulla:

 dall' anno prossimo avrò due figlie zaino-munite.

Stando all' "andazzo" della grande, che ormai si trova a metà ciclo delle elementari,  e con buona pace di esperti e ricerche secondo i quali il peso massimo tollerabile di uno zaino è il 10% del peso del bambino, il mio mal di schiena non potrà che peggiorare.

Ma l' importante sono i figli, quindi - tanto per non parlare a vanvera e per estrapolare il nostro caso specifico - ho fatto i compiti a casa:

1. mia figlia ha uno "zaino quotidiano" che varia dai 4 ai 4,2 kg, escluso il peso di: zaino, libretto delle comunicazioni, merenda.

2. alla faccia del programma settimanale, spesso gli insegnanti chiedono di portare per  il giorno dopo il necessario per una materia non programmata (sigh) perchè devono finire una spiegazione, terminare un compito, rivedere quell' altra cosa,..... e Dio-solo-sa-cos'altro. Del tipo che nell' ora di italiano ci sta un po' di storia o geografia, in quella di matematica un po' di geometria o misure piuttosto che scienze. In media questo succede due volte a settimana, sempre le stesse materie.

Fatti presenti entrambi i punti in occasione delle udienze (altro tema da "io speriamo che me la cavo"!!), le insegnanti  non hanno fatto altro che far notare come - in procinto di vagliare i testi per i successivi anni scolastici -  non ci siano in prospettiva altre scelte possibili  che testi "onnicomprensivi" e quindi "mattoni".
Concludendo che "sarebbe bene chiedere un solo astuccio, per l' anno prossimo", sob e sigh.

Vogliamo analizzare l' aspetto "genitore"?

 La sottoscritta, per  cogliere l' occasione della passeggiata quotidiana salutare e rinvigorente* nel tragitto scuola-casa quando il meteo lo permette, sacrifica la sua schiena per salvare quella della prole.

Ma siamo pochissimi genitori a fare così, la maggioranza se ne arriva in automobile da meno di un km di distanza --> per la schiena, condivido. E l' anno prossimo comprenderò ancora di più.

E poi trovi manifesti della pubblica amministrazione affissi tra biblioteca, scuola e Comune che inneggiano al movimento, al mantenersi in forma etc. etc. ma chissà perchè invece ti senti preso per i fondelli.
Oppure scrivi al Comune chiedendo spiegazioni per questo e ti dicono di modificare percorso (impossibile, non c'è alternativa) ed orari (certo, vado a lavorare oppure a riprendere mia figlia a scuola a mia completa discrezione)....

Comunque anche il Consiglio Superiore di Sanità  consiglia limiti massimi tollerabili onde evitare problemi seri.

E per l' aspetto "libro" o mauale scolastico che sia:
è mai possibile che non ce ne sia uno davvero utilizzato/studiato/analizzato in modo completo per fine anno? Quante pagine rimangono inutilizzate, ma pur sempre scapicollate nel percorso casa-scuola e scuola-casa per 9 mesi all' anno?
E quanti libri rimangono completamente inutilizzati, pur rientranti nel programma o comunque parte integrante di un manuale? Vedi il caso qui.

In ogni caso, anche le norme di sicurezza sul lavoro  regolamentano gli obblighi di sicurezza e prevenzione, con tatno di sanzione a chi non rispetta la normativa: perchè la scuola non tutela i bambini?

Ricapitolando:
per quanto si possa cercare come genitori di fare il possibile per limitare i rischi (zaino leggero, cartella preparata con lo stretto necessario, sostituirsi il più possibile al figlio nella fase di trasporto) ci sono fattori esterni non governabili (materiale richiesto dagli insegnanti, libri scelti dagli insegnanti, banchi/sedie ergonomici per l' età) che di fatto azzerano ogni tentativo fatto da casa. Il sapere è un peso?

Direi che è venuta l' ora di fare presente la situazione alla scuola:
- è possibile valutare libri di testo alternativi, a tutto vantaggio della schiena ma non a discapito del contenuto?
- è possibile che l' insegnante segua nel libro una linea di programma o pedagogica ma che poi sviluppi da sè l' argomento?

Se avete suggerimenti, sono i benvenuti!




*non proprio in mezzo al traffico, ma insomma....


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